Il seminario a cura di Giuseppe Ozimo si articola in 4 serate che affronteranno i temi fondamentali della psicogenealogia per tematiche.

1. Una malattia chiamata Genitori (Mercoledì 9 Ottobre 2019)

2. Perché si fanno i figli e l’importanza del Nome (Mercoledì 16 Ottobre 2019)

3. L'Albero genealogico (Mercoledì 23 Ottobre 2019)

4. Il Lutto e la sua elaborazione (Mercoledì 30 Ottobre 2019)

Orario: 21,00-23,30
E’ richiesta la prenotazione per facilitare l'organizzazione dell'evento.
Informazioni e prenotazioni: 338-8275593 anche via WhatsApp

PSICOGENEALOGIA: cos'è?
Ci sono intrecci e relazioni, influenze, che collegano un individuo anzitutto alla sua famiglia, in secondo luogo alla società in cui nasce e alla cultura di cui fa parte, e in terzo luogo alla specie biologica cui appartiene, al pianeta e al cosmo intero.
Pur conoscendo questo dato di fatto, consideriamo invece i problemi solo in relazione alla persona che ne soffre, come se fossero delle entità autonome e se una persona fosse isolata da tutto il resto. Così l’insoddisfazione, l’impossibilità di buoni rapporti, i problemi di lavoro, di coppia, la depressione, le malattie fisiche, tutto viene preso a se stante, come singolo e specifico problema di una persona, della sua singola vita e biografia.
Eppure questo individuo ha una famiglia, appartiene a una cultura e a una società, appartiene a una specie biologica: c’è una relazione stretta e inequivocabile tra tutte queste entità, una relazione sistemica che determina ciascuna di esse e in particolar modo la vita del singolo individuo, e quindi tutti i problemi che lo affliggono.
Queste relazioni sono inconsce e proprio per questo difficilmente individuabili, ma portarle a livello di coscienza è indispensabile per uscire dal circolo vizioso del malessere, delle cose che non vanno e della stessa malattia fisica: come diceva Jung, “tutto ciò che non sale a livello di coscienza diventa destino”.
La comprensione e la risoluzione di qualsiasi problema comporta quindi sempre un lavoro a ritroso, dalla persona che ne soffre ai suoi genitori e poi ai nonni e ai bisnonni, e da questi ai contesti culturali e sociali in cui hanno vissuto, mettendo tutto ciò in relazione al tipo di problema (fisico o emozionale, mentale, corporale, ecc.), per enuclearne il conflitto scatenante di base.
L’esperienza biografica è certamente un dato fondamentale, ma lo è quanto le cause inconsce (individuali, familiari, socioculturali) che la determinano e la spingono verso una direzione anziché un’altra.
Lo studio specifico sulla persona e sulla sua provenienza si può definire “transgenealogia” e “psicogenealogia”, ed è in sostanza lo studio dell’albero genealogico per evidenziare e analizzare le modalità di strutturazione dell’individuo e delle sue caratteristiche nell’arco delle generazioni.
Si tratta di un albero genealogico che non ha nulla o poco a che vedere con il genosociogramma o la genealogia comunemente intesa, perché prende in considerazione tutti gli aspetti rilevanti dell’esperienza individuale e la tipologia specifica dei suoi problemi, affrontati dal triplice punto di vista della psicogenealogia, della nuova medicina e della cosiddetta “Biologia totale”, nella convinzione che l’albero genealogico sia alla base di qualsiasi nevrosi, ossessione e malattia che ci affligge (tutti ereditiamo un’impronta psicologica che ci pesa addosso come una trappola che non siamo coscienti di possedere, e proprio da qui nascono quei conflitti che si traducono in malattia fisica o malessere psicologico).
La grande potenza dell’inconscio risiede nel determinare tali conflitti, ma se l’inconscio è potente nel malessere è altrettanto potente nel benessere (di qui il titolo dello stage, il vincolo e la possibilità al contempo): oltre la presa di coscienza, che rappresenta di per sé giá il 70% della “guarigione”, l’inconscio necessita di una nuova informazione per non tornare a ripetere o a radicalizzare ciò che ha imparato nel corso delle generazioni. È proprio qui che interviene l’atto poetico come momento finale risolutivo, in quanto unico linguaggio che l’inconscio è in grado di recepire: un’azione artistica, poetica, che ristabilisce un equilibrio, radica una nuova informazione e ci incammina verso la nostra vera e unica strada senza più incorrere negli errori di sempre.
La poesia, infatti, non è altro che l’acqua del nostro pozzo interiore, quell’acqua che da sempre ci disseta, ma in cui abbiamo costantemente paura di annegare.