"Vogliamo prevenire dolori e infelicità, riteniamo sbagliato infliggere sofferenze non necessarie a un altro essere, anche se non appartiene alla nostra specie. Riteniamo infine che gli animali siano sfruttati spietatamente e crudelmente dagli uomini, e vogliamo che tutto ciò cambi." (Peter Singer)

Se le conoscenze che avete degli animalisti sono quelle incontrate in rete vi trovate dinanzi all'animalista mediatico: compulsivo, posta 600 appelli al giorno di cani, gatti, cavalli sfigatissimi che cercano casa, mangia regolarmente carne, vive fregandose del suo impatto sul pianeta e solitamente non è mai entrato in un canile.

Passeggiando invece per le grandi città potreste imbattervi nell'animalista da branco: solitamente vive solo, esce con una muta di cani recuperati tramite l'animalista mediatico, si nutre del cibo avanzato dai propri animali, il suo gruppo peloso si trasforma nel suo branco e gli dona tutta la protezione e comprensione di cui abbisogna. Questo genere è piuttosto pericoloso odia gli umani. Spesso vive in un piccolo appartamento ma se riesce a trasferirsi in campagna e ha a disposizione del terreno probabilmente trasformerà il giardino in un canile.

Poi ci sono gli animalisti da rissa: solitamente hanno un età compresa tra i 16 e i 40 anni, si intrufolano regolarmente nei cortei a favore dei diritti degli animali e si trasformano in ultrà violenti, non tollerano nessuno, sono fortemente politicizzati, vorrebbero portare all'estinzione la razza umana, prima però devo rompere i coglioni, eliminare tutti gli altri e poi credo abbiano in mente un suicidio collettivo. Senza saperlo sono i primi a remare contro le proprie idee, si danno in pasto ai media che li utilizzano a favore delle multinazionali per sputtanare tutta la 'specie animalista', così quando dici di essere vegetariano in giro o racconti che vai a far volontariato in un canile le persone ti guardano per capire se hai un manganello nascosto sotto il cappotto.

Poi ci sono gli animalisti per missione: è facile riconoscerli perchè solitamente si uniscono in gruppi riconosciuti, si impongono una divisa o un capo distintivo. Occupano ogni secondo del loro tempo libero ad inseguire il cattivo, studiano, si informano, seguono le piste. Spesso e volentieri il loro fiuto non li tradisce e finiscono per portare alla luce situazioni di maltrattamento veramente raccapriccianti. Grazie a loro molti casi drammatici sono stati denunciati e risolti. Collaborano con le forze dell'odine e sono molto burocratici, alle volte scappa loro qualche panino al prosciutto per festeggiare, ma l'aver salvato un porcile intero vale il sacrificio di un maialetto.

Spesso si definiscono animalisti, dovremmo invece inserirli in un'altra categoria: sono gli animalisti specisti. Sono facilissimi da individuare in quanto hanno deciso di dedicare la loro vita alla salvaguardia e alla tutela di una sola specie animale. Possiamo trovarne di vari generi. Ci sono quelli che hanno l'appartamento di Milano pieno di conigli e poi sul balcone hanno i dissuasori per i piccioni. Poi ci sono quelli che hanno deciso di aiutare solo una specifica razza di cane, gli altri animalio vengono rimossi dai loro pensieri o si limitano a guardarli con aria compassionevole senza muovere mai un gesto caritatevole nei loro confronti. Sanno tutto sulla storia del loro beniamino, vivono in sua funzione, lo vezzeggiano come se fosse un umano e hanno un solo argomento: le doti della specie/razza da loro scelta in confronto alle altre. Si nutrono di ogni altro animale che non sia la loro razza scelta.

Sempre nella categoria animalista specista esiste una sottocategoria, quella dell'animalista territoriale. La sua è una scelta di lingua, di paese, lui salva e si occupa solo di animali provenienti da una specifica zona del mondo, sia essa la Spagna, l'Irlanda, i paesi dellEst. La sua missione è traghettare più animali possibili verso l'Italia. La sua fissazione raggiunge talvolta imbarazzanti paradossi perchè mentre scarica dal furgone trenta cani che provengono dall'Inghilterra passa davanti a canili italiani le cui condizioni sono spaventose e li ignora.

Nell'ambito più organizzato abbiamo l'animalista avventuriero, solitamente non si occupa di animali domestici ma si assume la responsabilità di tutelare alcune specie selvatiche in via d'estinzione o particolarmente assediate dalla razza umana. Si muove in gruppo e si sposta per mare e per terra seguendo calendari specifici all'inseguimento delle stagioni più sanguinarie che l'uomo mette in moto regolarmente. Eccolo quindi tra i ghiacci artici a tentare di salvare i cuccioli di foca nel periodo di "raccolta" delle pellicce, o a pulire uccelli marini dal petrolio dopo il passaggio di una carretta bucata, ad arpionare  baleniere giapponesi o a proteggere gorilla, elefanti e molti altri animali selvatici mira del bracconaggio.

Vicino all'avventuriero troviamo un altro soggetto che potremmo definire animalista Che Guevara: è il personaggio che solitamente radica la sua causa lontano dal suo territorio di nascita. Inizialmente si muove da solo, ma in breve tempo riesce a costruire importanti organizzazioni di supporto. Quest'animalista decide di prendersi a carico una determinata specie animale selvatica e si trasferisce nel suo territorio. Promuove in loco una acculturizzazione degli umani residenti per far loro comprendere l'importanza globale della tutela di quello specifico animale, costruisce dei progetti per la convivenza di uomini e animali e sostiene un cambiamento culturale radicale nel rapporto con l'eterospecifico.

Poi vi può capitare di imbattervi in una persona che crede nei diritti di tutti gli animali e degli esseri umani, che pensa che nessuna motivazione giustifichi il soppruso del diritto alla vita, una persona che non si nutre di carne non solo perchè gli fa tenerezza il vitellino ma perchè ha scoperto che la carne, le uova, il latte per l'uomo sono tossici, una persona che cerca di consumare prodotti che disturbino meno possibile il pianeta perchè pensa che un mondo sano sia un luogo più bello dove abitare, una persona che si intenerisce dinanzi ad un cagnolino come davanti ad un ragazzino che passeggia con la fidanzata, una persona che si pone domande sull'etica, che si interroga sulla veridicità delle informazioni che riceve, ospita qualche animaletto bisognoso nella sua vita perchè ritiene che ciò che riceve e molto di più di ciò che dà. Cerca di migliorarsi, legge, si informa. Ama. Ecco, noi non crediamo che questo sia un animalista, ma semplicemente un uomo.